Battito d'ali
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IL LIBRO | Battito d’ali, terza silloge di Pietro Scirè, ci offre il punto di vista di uno sguardo a volte stanco, a volte incantato, a volte stupito sul quotidiano e sul piccolo mondo interiore dell’autore. Il suo è un tempo sofferto, scandito ora dopo ora, in un’attesa che porta con sé ricordi e sogni spezzati - si alternano le stagioni / mentre io penso alle mie / così intense, così difficili - ma anche speranze e dolcissime gioie scaturite dalla forza della preghiera e dell’amore verso il creato e la vita - questo cielo /se anche portasse pioggia /mi aggredirebbe di dolce melanconia.
La ricerca della spiritualità emerge attraverso il rapporto con gli angeli e il confronto con Dio, consolatore sempre presente, amico che soccorre nel momento del dubbio e del tormento - grazie, Signore! / Tu mi sei vicino /sento il tuo respiro /e questo albero /non cadrà.
Nella sua lotta nessun uomo è solo: ad ognuno è data la possibilità di liberarsi da ciò che lo rende schiavo, a patto di avere il coraggio di volare, di innalzarsi sulle macerie, di lasciare il bozzolo del proprio dolore. Solo allora sarà possibile portare lo sguardo verso la luce. Ora che sono solo / e senza ali protettive / guardo e ammiro / questa immensità: / l’incanto.
L'AUTORE | Pietro Scirè (Palermo, 1978) nasce da Armando, che gli infonde l’amore per la natura e lo sport, e da Anna, pittrice e poetessa di cui segue le orme. Ha due fratelli, Giovanni e Daniele. solidi sostegni e compagni di vita. Di formazione gesuitica, si laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali nel 2004. Si dedica a diversi mestieri e a partire dal 2013 comincia un fruttuoso percorso nell’arte, dapprima nel teatro sperimentale, in seguito come lettore più volte citato dai giornali, pittore, poeta e divulgatore di cultura. Scrive per la rivista StraniAttrattori. Ha pubblicato Mela senza peccato (2021) e Rubare la notte (La Gru, 2022).
Battito d'ali
Per leggere “Battito d’ali” ho impiegato più di qualche giorno, ma appositamente, poiché volevo godere ed assaporare ogni singola poesia. Delle opere letterarie di Pietro, è sicuramente quella che più mi ha colpito per la profondità del pensiero e, soprattutto, per la sua grande voglia di vivere serenamente e per il desiderio di una donna (che gli manca) che traspaiono da ogni verso! Mi sono commosso più e più volte, soprattutto quando evoca i suoi momenti bui e ricorda la sua bella famiglia, sempre presente, compreso suo padre, che troppo presto lo ha lasciato fisicamente ma non nel cuore! E poi, il rapporto con Dio! Bravo, Pietro, continua con queste tue “fatiche” letterarie.